La vita è un racconto

sabato 22 ottobre 2022

LA VITA E' UN RACCONTO

 

Keiko Nagita e Frances H. Burnett a confronto

Come avevo già accennato nei post precedenti, la storia di Candy nasce da notevoli ispirazioni di altri romanzi che fanno parte della cultura letteraria di Nagita. Il modello letterario di riferimento è soprattutto quello di Papà  Gambalunga ma troviamo tantissimi richiami dalla Piccola Principessa di Frances Hodgson Burnett, al Giardino segreto, agli Otto cugini di Alcott (che sto leggendo).

Voglio soffermarmi sulla storia del  La Piccola Principessa, soprattutto sulla nascita del romanzo e sulla capacità narrativa e di forte immaginazione che caratterizzano entrambe le autrici Nagita e Burnett.

Nagita sicuramente conosce la biografia della Burnett e come sin da piccola avesse una spiccata fantasia e amore per le bambole da cui nasce la sua abilità di trasformare la realtà con l’immaginazione.

Questa caratteristica Nagita la eredita e la fa sua sia dalla J.WEBSTER ma anche dalla F.H. BURNETT.

In Sara Crewe l’autrice racconta se stessa: la sua storia nella storia di Sara. Come Sara resta orfana, come il suo personaggio mostra uno spiccato amore per la lettura sin da piccola e la storytelling che per magia le permette di trasformare il mondo reale ,grazie anche al fascino delle bambole che ama molto e diventano il mezzo con il quale si immergere nel suo mondo fantastico.


Stesso percorso fa Nagita nella sua preadolescenza: resta orfana del padre precocemente e conosce a dieci anni la storia di Papà Gambalunga, di cui si innamora, tanto da identificarsi con la protagonista Judy e a farsi cucire i vestiti a quadrotti dell’orfanotrofio  John Greir.

Nagita non ha una bambola, ma crea una sorella immaginaria Nana che poi diventerà Candy e un fratello immaginario che poi diventerà Albert del clan Ardlay. Questo mondo immaginario la salverà e la guarirà dal dolore della perdita del padre prima e della madre dopo, e sarà la chiave del suo successo letterario con il manga di Candy.

Lo stesso farà Judy cercherà di non far conoscere alle sue compagne di stanza all'università le sue umili condizioni di orfana, il pregiudizio la segnerà molto, e l’immaginazione di una vita diversa la salva dallo sconforto.

Come potete notare esiste una fusione tra autori, personaggi e opere letterarie nella vita  di Keiko Nagita.

Vi mostro queste analogie pubblicando l'introduzione che fa la stessa autrice Burnett alla sua opera La piccola Principessa e alcune parti delle lettere a Judy che fanno parte della prefazione al romanzo Papà Gambalunga in lingua spagnola che Nagita ha regalato alla casa editrice ARECHI Manga.

 


TUTTA LA STORIA Di Frances Hodgson Burnett

Credo che molti non sappiano quanto si celi dietro una storia, quante parti non ne siano state raccontate, quanto di più sia accaduto rispetto a quello che leggono nel libro che tengono tra le mani e in cui si immergono. Le storie sono un po’ come le lettere. Dopo aver scritto una lettera, quante volte si pensa: “Ah, perché non ho detto questa cosa?”

Scrivendo un libro, si racconta ciò che si ricorda in quel momento, e se si dovesse narrare tutto quello che è davvero successo, non si arriverebbe mai alla fine. Fra le righe di una storia c’è sempre un’altra storia, che non è mai stata ascoltata e può essere indovinata da chi ha abbastanza intuito per farlo. La persona che scrive potrà anche non saperne mai niente, ma a volte lo sa, e vorrebbe poter ricominciare da capo.

Quando scrissi la storia di Sara Crewe, immaginavo che da Miss Minchin fosse avvenuto molto di più di quello che ero riuscita a scoprire. Naturalmente, ero consapevole che dovevano esserci stati capitoli densi di eventi, e quando trassi dal libro un’opera teatrale, che intitolai la Piccola Principessa, ne vennero fuori tre atti pieni di avvenimenti. Più di tutto, mi interessò venire a sapere che nel collegio c’erano ragazzine ch non avevo mai sentito nominare. C’era Lottie un tipino divertente; c’era una sguattera affamata, che adorava Sara;Ermengarda che era molto più piacevole di quanto fosse parsa sulle prime;nella soffitta accadevano fatti cui nel libro non si facevano cenno, e un certo Melchisedec era un carinissimo amico di Sara e avrebbe fatto parte del racconto, se solo fosse comparso per tempo. Lui, Becky e Lottie vivevano da Miss Minchin , e proprio non capisco come mai non si siano fatti vivi con me da subito. Erano reali quanto Sara, ma non si erano presi la briga di uscire dalle ombre della storia per dirmi :<<Eccomi, parla di me>>Eppure è endata così, ed è colpa loro, non mia.(…)

Quando il musical de “La Piccola Principessa” andò in scena a New York, attirando tanti bambini, i miei editori mi chiesero d rscrivere la storia di Sara con tutti gli episodi e i personaggi che erano rimasti fuori, e io acconsentii. Una volta cominciato, mi resi conto che c’erano pagine e pagine di vicende che non avevano trovato posto neppure nel musical, perciò in questa versione ho inserito tutto quello che sono riuscita a scoprire.

                               ******

 Keiko Nagita apre il cuore ai suoi lettori e fan della loro eroina Candy e fa conoscere quanto la storia di Papà Gambalnga abbia influito per scrivere la storia di Candy e lo fa per la prima volta scrivendo la prefazione al romanzo Papà Gambalunga in edizione spagnola per Arechi Manga.

Vita, immaginazione e potere terapeutico della scrittura e della fantasia si intrecciano fortemente nella vita di Nagita come in quella della Burnett.

Sottolinea, come la Burnett, che una storia è come una lettera…e non sempre tutto viene raccontato ma sta al lettore nella sua immaginazine intuire le parti mancanti di un racconto seguendo a traccia data dallo scrittore.

Nagita avrebbe voluto conoscere di più della storia d’amore tra Jervis e Judy ma proprio la magia del racconto epistolare a rendere preziosa e immortale questa storia d’amore perché sarà il lettore ad immaginare cosa succederà dopo.

La stessa Nagita ricorre nella stesura di Candy a questa tecnica di scrittura (quella epistolare) e sceglie proprio di non nominare l’amato di Candy proprio per lasciare un alone di mistero e magia ma al contempo si svela per il potere dell’immaginazione del lettore.

Dirà nella sua postfazione:Rivelare con chiarezza l’identità di questo << Lui>> richiederebbe la stesura di una lunghissima storia, cosa che non si realizzerà mai. Questo DETTAGLIO resterà un segreto e vorrei che poteste gustarlo a pieno nel mondo della vostra fantasia. "

Per questo motivo nella stesura definitiva aggiunge, grazie alla narrazione epistolare, dettagli alla sua storia, quale la morte di Susanna e la lettera di Terence per dare la possibilità al lettore di intuire seguendo la logica narrativa con la propria fantasia, chi sceglie Candy alla fine del suo percorso : Terence o Albert.

La magia della corrispondenza epistolare tra Candy e Albert svela al lettore la scelta di Candy e permette di immaginare l’epilogo finale senza che l’autrice lo sveli chiraramente.

Ecco cosa racconta  keiko Nagita:


Dalla PREFAZIONE a Papà Gambalunga di KEIKO NAGITA nell’edizione spagnola

Carissima Judy,

Mi scusi se ho l’audacia di scriverle senza un preavviso. Forse non avrei dovuto prendermi la libertà di chiamarla Judy, ma le confesso che ai miei occhi lei è una cara amica che conosco dall’infanzia. Mi chiamo Keiko Nagita e mi rivolgo a lei dal lontano Giappone.

Posso a mala pena credere che mi abbiano chiesto di redigere la prefazione per l’edizione spagnola della sua opera Papà Gambalunga! È un miracolo! La notizia mi ha talmente commossa che ancora non ho recuperato la calma. Anche se lei non lo sa, l’ho conosciuta quando avevo dieci anni. Mi colpì così profondamente che per un periodo utilizzai il suo nome, Judy, per le etichette che cucivo in tutti i miei vestiti. Ricordo che chiesi anche che mi fosse confezionato un vestito di cotone a quadretti rossi: il romanzo non specificava il colore, però per me quello rappresentava l’uniforme dell’orfanotrofio John Grier. Non se la prenda, la prego, sono consapevole che a lei non è mai mai piaciuto quell’indumento e che non conserva dei bei ricordi di quel luogo.(…)

Al compimento dei ventuno anni mi ritrovai nella sua stessa situazione. Mio padre morì quando io avevo appena undici anni, mia madre lo segui dieci anni dopo e non avevo fratelli. Oh, le chiedo di perdonarmi. Non volevo paragonare la mia storia con la sua. Io avevo goduto sino ad allora dell’affetto di una madre e di un padre che erano rimasti al mio fianco. Ero oramai adulta quando rimasi sola al mondo, il ché fa una gran differenza con il fatto di essere una bambina orfana. Ciò nonostante oserei dire che ho sperimentato la sua stessa sensazione di solitudine e impotenza nel deserto della perdita. Fu allora quando compresi che anche io ero diventata come lei che quel pensiero mi illuminò come un raggio di luce che disegnò un sorriso sul mio viso. Lì stavano: l’immaginazione è l’umorismo, due compagni che da allora ho fatto in modo di tenere accanto a me. Ignoravo ciò che la vita mi avrebbe messo davanti, così come le meraviglie (e le persone meravigliose) che avrei incontrato nel mio cammino. La speranza per il mio futuro aveva iniziato a sbocciare nuovamente. Dopo tanto scrivere, e pensare che ora inizio a sentire la vergogna per le mie confessioni!, se me lo permette chiuderei qui questa lettera. Le chiedo il permesso di poterle scrivere ancora.

Colgo l’occasione per testimoniarle tutto il mio profondo rispetto (come era solito dirsi un tempo).

Un affettuoso saluto,

Keiko Nagita

Seconda lettera

Carissima Judy,

Il cielo si è annuvolato al calar della notte. Mi ha trovata leggendo Papà Gambalunga accompagnata dal ticchettio della pioggia quando ho sentito l’impetuoso desiderio di tornare a scriverle. Mia preziosissima amica, le sue lettere sono piene di calore e riecheggiano nelle mie orecchie come una deliziosa melodia. Sono convinta che anche il suo benefattore si sentiva trasportato dal dolce suono di ognuna delle sue missive. Anche se in principio le chiedeva solamente una lettera al mese, per tenersi informato sui suoi progressi e sulle sue attività quotidiane, quelle lettere sotto la sua penna si sono tramutate nel diario che ha raccolto tutte le sue esperienze. Nonostante le molte volte in cui lo ha supplicato, Papà Gambalunga non le ha mai scritto. Come può qualcuno resistere nel rispondere a parole così incantevoli? Ricordo che questa riflessione era solita provocarmi una profonda irritazione quando ero più giovane. Ho sempre creduto che le lettere fossero avvolte dalla loro stessa magia. Anche se non ha mai incontrato il suo destinatario, lo ha trasformato comunque in qualcuno di molto importante e vicino. Adoro scriverle e adoro riceverle, e ogni qualvolta trovo una busta con l’ indirizzo scritto a mano nella cassetta delle lettere, il mio cuore salta dalla gioia nel mio petto. Allo stesso suo modo, anche io le ho utilizzate per raccontare una storia. È così che scrissi il romanzo epistolare che servì come base per il manga di Candy Candy (con i disegni della signorina Yumiko Igarashi) e del quale sarei lieta di parlarle. Il romanzo descrive la vita di Candy, una bambina abbandonata in un orfanotrofio gestito dalle amorevoli Miss Pony e Suor Lane. Non può immaginare in che misura lei abbia influito in questa opera! Candy si sente grata verso i suoi genitori per averle trovato una casa così accogliente, sino a quando nonostante ancora molto giovane viene accolta da una ricca famiglia con lo scopo di farla diventare la dama di compagnia della signorina della casa. Pur vedendosi declassata al ruolo di domestica Candy non si dà per vinta. Attraverso varie avventure e disavventure, viene finalmente adottata da un importante signore che mai ha avuto occasione di incontrare. Immagino che la similitudine salti agli occhi. È certo che che il destino ha riservato a Candy un percorso più difficile, però ad un certo punto lei stessa prende la decisione di percorrerlo. Ho sempre pensato che avrebbe potuto mantenere una vita più tranquilla se si fosse limitata ad approfittare della situazione in cui il destino l’aveva messa; nonostante ciò, il suo orgoglio di orfana le impediva di accettarlo. Nonostante ringrazi di cuore l’aiuto che le era stato offerto, decide di farsi strada con i suoi mezzi. In questo è uguale a lei, che sempre si è mantenuta ferma nell’intento di non approfittarsi troppo delle buone intenzioni del suo benefattore. Lei gli ha scritto senza stancarsi per un periodo di cinque anni, tempo in cui ha conosciuto il signor Jervis e vi siete innamorati. Mi sarebbe piaciuto conoscere più dettagli in proposito; ma le sue lettere sono state sempre molto discrete in merito, quindi la mia immaginazione ha dovuto inventare questa relazione dalle poche informazioni che ci ha fornito. Lui era di quattordici anni maggiore di lei; tuttavia, in alcune occasioni lo descrive come se fosse un ragazzo della sua stessa età. Come ha confessato a Papà Gambalunga, amava il signor Jervis con tutto il cuore, ma ha comunque respinto la sua proposta di matrimonio. Mi permetta di ricordarle ciò che scrisse nelle sue lettere:

“Non mi pareva giusto che una persona senza un passato familiare come me entrasse, con il matrimonio, in una famiglia altolocata come la sua. Non gli ho mai detto dell’orfanotrofio e odio dovergli spiegare che non so chi sono. “

(…)

Non può immaginare quanto mi senta felice di averle scritto poiché mi ha dato l’opportunità di esprimere i miei ringraziamenti sia a lei che alla signorina Webster. Sono anche traboccante di gratitudine verso tutte quelle persone che hanno reso possibile questo momento. Se avessi le ali, volerei con loro fino in Spagna!

Le sono molto grata per essersi presa il disturbo di leggere le mie lettere, che sono così lunghe e nelle quali probabilmente mi sono presa troppa confidenza. Le confesso che oggi non riuscirò a dormire.

Mi congedo da lei in questa notte di pioggia, con tutto l’affetto e tutta la gratitudine che sono capace di contenere nel mio petto.

Keiko Nagita 

                               ******


 

Curiosità 👉


 
La bambola Priscilla è chiamata così nell'anime giapponese, ma nel romanzo si chiama Emily.


 Fonti: La Piccola Principessa di Frances H. Burbnett romanzo 

edizione italiana Einaudi

           Papà Piernas Largas di Jean Webster  romanzo 

edizione spagnola Arechi Manga

 

 

Riflessione alla Prefazione di Keiko Nagita a Papà Piernas Largas edizione spagnola ed. Arechi Manga

 Anche Judy e Jervis in Papà Gambalunga sono legati da un destino invisibile. Così racconta Keiko Nagita nelle sue lettere a Judy che rappresentano la prefazione al romanzo della Webster in spagnolo. Sembra di ripercorrere le antiche Novelle dove lei scrive alla sua Candy e le chiede di donarle la sua corrispondenza. Lo fa anche anche con Albert.


A Terence non chiede nulla nelle antiche novelle. Non è il coprotagonista della storia. A lei non interessa evidenziare il rapporto epistolare tra i due. Terence è un amore di passaggio, una stagione di vita di Candy. Non è l'amore totalizzante.
In Final Story attraverso la sua penna gli fa scrivere un telegramma che però non cambia di una virgola il suo epilogo. Epilogo che uno scambio sempre più romantico e dolce tra Candy e Albert.
Nagita ama scrivere e ricevere lettere, prova una gioia immensa. Tutto trapela in Final Story e in queste due lettere delicate ed estremamente romantiche che scrive a Judy, alla sua eroina del cuore.
Lei stessa racconta di essere innamorata di questo personaggio, Judy, ed identificarsi in lei da bambina tanto sa farsi cucire gli abitini a quadrotti che indossava all'Istituto John Grier. Nagita apre il suo cuore ai lettori e ai suoi fan. La sua vita è un intreccio continuo di fantasia e realtà. La sua straordinaria immaginazione le permette di vivere con la sua penna e la lettura altri mondi, altre vite.

Ecco perché resta affascinata dal romanzo epistolare di Papà Gambalunga, perché l'amore tra i due protagonisti Judy e Jervis non è raccontato ma va IMMAGINATO. Anche lei avrebbe voluto sapere di più, come racconta a Judy, ma il mistero della scrittura epistolare permette di volare con la fantasia e rende il romanzo ancora più magico e lo veste di immortalità.
Lei stessa usa questa tecnica di scrittura per il suo epilogo epistolare per Candy e Albert...e lo confida a Judy...
Sarà il lettore ad immaginare cosa succede e sarà successo dopo.
Come un regista sarà lui stesso ad immaginare la sceneggiatura.
La sua mente sarà una macchina da cinepresa che riprende ogni fotogramma immaginato.
Che potere immenso ha la scrittura, soprattutto quella epistolare...!!
Come Candy, alla fine, chiude la sua ultima lettera manifestando tutto l'amore e la gratitudine per la sua autrice preferita la Webster visto che i suoi personaggi Candy e Albert hanno preso vita per mezzo suo ed è tanto elettrizzata da non poter dormire la notte perché ha raggiunto una felicità piena per il suo lavoro di scrittrice che le ha dato il successo planetario.
Candy nei confronti di Albert si sente riconoscente per tutto quello che ha fatto nella sua vita, Nagita, allo stesso modo, sente di essere riconoscente e immensamente grata nei confronti di Judy e della scrittrice Jean Webster per i fili misteriosi cui è legata e ciò che hanno permesso di creare nella sua vita.
Il tema del destino, e dei fili invisibili, tanto caro all'autrice Keiko Nagita  Nagita, viene citato e sempre evidenziato.
Jean Webster (1876- 1916)


Senza questo legame non avremmo mai avuto Candy Candy , la sua creatura, e non avremmo mai potuto sognare da bambine guardando le sue avventure con l'anime giapponese e il manga grazie anche all'arte mangaka di Yumiko Igarashi.

[...] Sapete, Papà, penso che la qualità più importante che ogni persona dovrebbe avere sia l’immaginazione. Rende le persone capaci di mettersi nei panni degli altri. Le rende gentili ed empatiche e comprensive. Dovrebbe essere coltivata nei bambini. Ma l’Istituto John Grier sradicava immediatamente il più piccolo scintillio che appariva. Il dovere era l’unica qualità che era incoraggiata. Non penso che i bambini debbano conoscere il significato di quella parola; è odiosa, detestabile. Dovrebbero fare tutto a partire dall’amore.
.
.
Papà Gambalunga di Jean Webster, a cura di Enrico De Luca (traduttori: Enrico De Luca e Miriam Chiaromonte).

IL VERO MESSAGGIO MORALE DI CANDY FINAL STORY

 

Albert è il personaggio misterioso della storia. È presente dall'inizio alla fine.

Il motivo?? Solo alla fine il lettore deve comprendere che è il vero coprotagonista della storia e scoprirne la vera identità e il mistero che aleggia su di lui.
L'attenzione del lettore è spostata infatti, sulla protagonista Candy: l'autrice ci racconta le sue vicende amori, separazioni , lutti e solo nell'epilogo avviene l' agnizione finale : la rivelazione di chi è il misterioso Principe della collina con le sue tante e diverse identità.
Essendo un romanzo di formazione, viene comunicato al lettore in che modo la protagonista arriva alla felicità completa e supera le avversità della vita.
Il vero messaggio del romanzo è questo; e chi è #anohito un dettaglio. Non importa, quindi, se non è raccontata nei dettagli la storia d'amore con Albert, l'intento dell'autrice è far conoscere solo l'evoluzione di questo rapporto da amicizia in innamoramento e poi in un matrimonio dato proprio nella conclusione del racconto che si trova, appunto, nell'epilogo dopo il carteggio tra Candy e Albert,nel presente di Candy, l'autrice ci fa sapere che vive con la persona che ama e che ha scelto per essere veramente felice.

E' chiaro al lettore questo piccolo dettaglio #anohito, non rivelato palesemente, proprio dalla trama e dall'intreccio del romanzo, che è strutturato sul romanzo Papà Gambalunga cui Nagita ha trovato la sua più grande ispirazione.

Inoltre anche in Papà Gambalunga Jervis ha un rivale Jimmy McBride che fa una corte serrata a Judy e anche se non si sviluppa mai una storia d'amore, è un elemento-personaggio che crea equivoci nella coppia Judy- Jervis.
Lo stesso accade con la coppia Terence- Susanna studiata dall'autrice per portare la sua eroina ad Albert.

Seguire la stessa trama di Papà Gambalunga sarebbe stato un plagio. L'autrice crea nuovi personaggi e un intreccio diverso con amori, lutti e separazioni che caratterizzano anche la vita dell'autrice, in quanto Candy è la catarsi di Nagita e la famiglia Ardlay , rappresentato da Albert il capo clan , l'aiuto creativo della 'autrice per superare i suoi lutti.
Questo è il motivo per cui Nagita lega in maniera indissolubile Candy ad Albert, il suo alter ego: c'è proprio lei dietro questi personaggi.
Anche per la Webster avviene lo stesso dietro Judy- Jervis c'è lei stessa, infatti esprimono l'attivismo sociale, politico della stessa autrice; sia Judy che Jervis sono socialisti fabiani e ci è comunicato nel romanzo.

Caro nemico, il seguito di Papà Gambalunga, racconta proprio cosa succede all'istituto John Grier grazie all'aiuto sociale ed economico di Judy e Jervis, mantiene il genere epistolare e sarà l'amica di Judy, Sally MacBride, a prendere le redini dell'orfanotrofio, i destinatari delle sue lettere saranno Judy e Jervis , un medico che è un collaboratore (il caro nemico.. appunto) e un onorevole che si spende nella politica.
In CCFS, nell'introspezione al presente di Candy, lei ci racconta di piccoli dettagli di quello che
accaduto alla casa di Pony grazie allo zio William e ai suoi aiuti economici ,dove sono coinvolti il dott. Martin e la clinica Felice e la piccola Susie, diventata infermiera!!!
Lo scopo del romanzo non è scoprire anohito, ribadisco, ma appunto capire l'evoluzione e maturazione della personalità della protagonista che cresce grazie ai tanti personaggi che incontra nella sua vita.
Il più importante di tutti è Albert cui è legata da un filo invisibile per tutta la storia.

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