La vita è un racconto

martedì 8 novembre 2022

TOM SAWEYER di M. TWAIN e CANDY CANDY FINAL STORY di K. NAGITA

 CONFRONTO TRA DUE AUTORI




"Così termina questo racconto. Poiché vuole essere soltanto la storia di un ragazzo, deve finire qui; non potrebbe seguitare a lungo, infatti, senza tramutarsi nella storia di un uomo. Scrivendo un romanzo su persone adulte, chiunque sa esattamente dove fermarsi e come concludere... vale a dire con un matrimonio; ma, se scrive di adolescenti, deve fermarsi dove meglio può.

Quasi tutti i personaggi di cui si parla in questo libro vivono ancora e sono prosperi e felici. Un giorno, potrà forse sembrare che valga la pena di riprendere la storia dei più giovani e di vedere che genere di uomini e di donne siano diventati. Ecco perché è più opportuno non rivelare adesso alcun aspetto della loro vita".
Questa è la conclusione del romanzo per ragazzi Tom Sawyer di Mark Twain. In queste poche parole è condensato il motivo per il quale, molto spesso, gli autori di storie per ragazzi non fanno "crescere" i propri personaggi.


Credo che queste stesse motivazioni abbiano animato all'epoca Keiko Nagita, autrice di Candy Candy, che nel manga non volle spingersi oltre, e dunque non volle raccontare l'epilogo amoroso della sua protagonista. Un concetto che ha ribadito spesso nelle sue interviste degli anni '80.
Come dice Twain, un giorno, forse, potrà valere la pena di riprendere quella storia per vedere che tipo di uomini e donne sono diventati i suoi personaggi. E, in un certo senso, lo stesso ha fatto Nagita con il romanzo Candy Candy Final Story. Nagita ci fa sapere che la sua protagonista è cresciuta, che è diventata donna, che vive con l'uomo che ama, facendoci sbirciare nella sua vita ma non troppo.
Credo che si debba accettare con serenità questa predisposizione mentale di questi autori che avevano come obiettivo quello di raccontare storie di adolescenti. Autori che probabilmente fanno fatica, essi stessi, a immaginare i loro protagonisti da adulti, con una vita matrimoniale e con le incombenze che ne derivano. Alla fin dei conti, anche se ho criticato tanto Nagita per non aver scritto un sequel chiaro (e voi lo sapete se avete visto i miei video), mi rendo conto che forse, lei stessa, ha dovuto compiere uno sforzo non indifferente per calare la sua Candy in un contesto adulto. E ogni volta che mi imbatto in questo tipo di riflessioni compiute da autori di libri per ragazzi, capisco un po' meglio Nagita. Cosa ne dite?

Fonte dell'articolo sopracitato:

DICHIARAZIONE DELL'EDITORE ARECHI MANGA CARLES MIRALLES

 DICHIARAZIONE DELL'EDITORE ARECHI MANGA CARLES MIRALLES

Copertina dell'edizione spagnola 
“ Sono un fan di Papà Gambalunga che è un romanzo di Jean Webster, (personalmente ama le storie ambientate in epoca Vittoriana ed Edoardiana prima della prima guerra mondiale) e casualità Candy è influenzata moltissimo dal romanzo di Papà Gambalunga, la storia del padre adottivo di Candy, per come è fatto il romanzo che si sviluppa attraverso Candy con le lettere. È un romanzo epistolare come Papà Gambalunga e io sono un grande fan di questa storia. […] nella prima parte della storia di Candy alla casa di Pony troviamo Anna dai capelli Rossi, un’orfana che arriva a casa di due anziani e che è un terremoto, poi nell’amore e la relazione di Terry troviamo Jo March e Laurie che finiscono col non dichiararsi, chiarire i loro sentimenti e nella parte epistolare invece ti sembra di leggere Papà Gambalunga.”
È chiaro che il riferimento alla parte epistolare tra Candy e Albert è analoga a quella tra Judy e Jervis. Come è possibile ascoltare nell’intervista, Miralles non parla mai di Albert come padre adottivo di Candy, perché non è certo quella la storia di Nagita come già lei ci ha spiegato varie volte, bensì credo l’editore faccia un semplice parallelismo tra il misterioso anziano prozio William che adotta Candy nella famiglia Ardlay e di cui sarà tutore, e il tutore agli studi di Judy in P. G., altrettanto uomo misterioso, anche lui considerato anziano, a cui Judy scrive senza mai ricevere risposta diretta. Il parallelismo c’è anche nella sovrapposizione dei due finali, dove l’orfana Judy, incontrando un tale e facoltoso Jervis di cui si innamora e che poi scoprirà essere anche il suo benefattore. Il riferimento a P. G. è costante e nella corrispondenza tra Albert e Candy troviamo gli stessi ingredienti e questo evidenzia anche l’editore di Arechi Manga. Chiaramente non deve e può sbilanciarsi per rispetto a Nagita e il suo volere e conclude:
“cit: Ciò che è importante non è sapere con chi sta Candy, se con Albert o con Terry, poi nel finale del romanzo sappiamo che scrive una lettera ad Anthony, che è morto in un incidente, se non conoscere il viaggio di Candy, come si trasforma dall’essere una bambina ad essere una donna adulta.”
Ripete l’editore parole già usate da Nagita anni fa, che però a Parigi l’anno scorso, durante una intervista, specifica anche che sarà Candy a scegliere tra Albert e Terry. Candy farà una scelta? Direi che la scelta è proprio nell’ultima lettera che scriverà ad Albert.
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Fonte: dal web

Pubblico il video dell'intervista dove sono state fatte queste dichiarazioni da parte dell'editore spagnolo.






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