La vita è un racconto

lunedì 31 ottobre 2022

PERCHE' NASCE QUESTO BLOG?

 


L'invenzione della comunicazione digitale, soprattutto con i social network, ha permesso la circolazione virale di tante informazioni e notizie. 

Una grande rivoluzione per il mondo della comunicazione attraverso i mass media, che però presenta tanti rischi..

 Tra questi il più serio è che la divulgazione ditigale  avviene senza un vero controllo, con il pericolo di diffusione virale di notizie che non sono altro che  vere fake news.

 L'intento è  catturare click e like da parte degli utenti per ottenere  pubblicità ma anche per rafforzare le falsità che si divulgano; gli utenti poi  si fermano spesse volte alla lettura del titolo della notizia senza approfondire nella lettura dell'articolo.

Qualsiasi disciplina o argomento anche di gossip è colpito dalla generazione di bufale. 

Uno dei più grandi giornalisti italiani e divulgatori scientifici del secolo scorso, Piero Angela, anzi il pioniere della divulgazione scientifica e culturale, scomparso lo scorso Agosto all'età di 93 anni,nel suo ultimo libro "DIECI COSE CHE HO IMPARATO", editato post-mortem qualche giorno fa si esprime così: -

"I PERSONAGGI CHE UNA VOLTA AL BAR VENVANO ZITTITI"

Oggi la questione di una corretta informazione scientifica si è ulteriormente complicata con l'arrivo del web, perchè chiunque può pubblicare dati falsi,, ricerche fasulle, denunce di complotti inesistenti, o provocare allarmi privi di fondamento, senza doverne rispondere. Infatti,mentre giornali, radio e televisione hanno direttori responsabili delle notizie pubblicate, e se pubblicano o trasmettono falsità sono passabili di sanzioni ( oltre alla perdita di credibilità), sul web circola impunemente, o quasi, di tutto. Anche perché l'autore può rendersi irrintracciabile.

E' un po' come se ognuno oggi possedesse un proprio giornale o una propria televisione con cui poter raggiungere, potenzialmente, milioni di persone in tutto il mondo. Senza alcun controllo, e dicendo le cose più strampalate. 

Umberto Eco diceva che certi personaggi, che una volta straparlavano al bar dopo qualche bicchierino e venivano zittiti, oggi sul web possono pontificare e dibattere con autorevoli scienziati, che chiamati in causa, pazientemente rispondono ad accuse o insinuazioni diffamatorie.

E poi sulla rete si formano piccole catene di adepti che spesso moltiplicano a valanga i loro messaggi, dando l'impressione di essere decine o centinaia di migliaia. 

Dietro questa disinformazione non ci sono solo incompetenza e malafede: c'è anche l'obiettivo di creare scandalo, fare notizia e quindi aumentare  il numero di coloro che vanno a vedere di cosa si tratta. Inoltre, più la bufala è cliccata e più sale in classifica, e più viene vista. - 

DIECI COSE CHE HO IMPARATO di Piero Angela edizione MONDADORI Italia OTTOBRE 2022


Come difendersi? 

Prima di tutto informarsi bene con fonti non sono nel web ma anche cartacee, con lettura di libri sull'argomento e poi se piace scrivere dedicare il tempo alla creazioni di blog o pagine social che abbiano contenuti di valore in modo da poter aiutare i naviganti a filtrare bene le notizie che leggono nel mondo virtuale del web che è una vera piazza.

Candy Final Story blog è nato proprio per tutelare gli utenti appassionati di una storia  che risale a 40 anni fa su una eroina Candy che ha fatto sognare milioni di telespettatori con l'anime giapponese Candy Candy che è l'adattamento di un  shoujo manga nato dalla collaborazione di una mangaka YUMIKO IGARASHI e una scrittrice (sceneggiatrice) KEIKO NAGITA.

Dopo diverse vicende legali tra le due creatrici del manga che ne bloccano i diritti dal 1997,e riconosce in Keiko Nagita l'unica proprietaria dei diritti della storia, il manga nel 2010 viene editato in versione romanzo senza immagini, perchè l'intento dell'autrice è proprio svincolarlo dalle immagini della mangaka, cui riconosce il merito del successo, ma da cui vuole distaccarsi per le sofferenze ricevute.

Il romanzo di Candy arriva in Italia nel 2014; purtroppo nel web (forum, pagine social Fb, blog vari del Candy mundo)cominciarono a circolare e circolano tuttora tante informazioni inesatte , fake news.

Sono state formulate le teorie di interpretazioni più assurde che hanno danneggiato uno dei classici più amati della letteratura straniera per ragazzi che è Papà Gambalunga di Jean Webster che rappresenta la massina ispirazione di K.Nagita  per la realizzazione della storia di Candy.


Candy Final Story è un remake di Daddy Long Legs romanzo
.

Gli autori traggono ispirazione da ciò leggono o dalle esperienze personali . Nel caso della Nagita , dietro Candy e Albert c'è l'autrice stessa con i suoi lutti e dolori. 

Candy è la catarsi della Nagita e la famiglia Ardlay è nata come una invenzione letteraria, dalla fantasia dell'autrice, che le ha permesso  di superare la sua situazione di orfana, visto che ha perso i genitori giovanissima. Alter ego di Candy è Albert e anche dietro lui c'è la stessa Nagita; l'autrice li lega in maniera indissolubile come un filo rosso del destino, perché sono personaggi -amici ,che l'hanno sostenuta e accompagnata e le hanno dato il successo letterario con il manga.

Terence è un personaggio importante ma non fondamentale, anche perché il suo ruolo doveva essere ricoperto da Archie, ma in corso di opera manga l'autrice cambia idea. Ma è il personaggio che serve a Candy a crescere e a diventare una una donna adulta,scopre l'amore adolescenziale ,i primi turbamenti,i drammi giovanili della separazione; sono cose che racconta ad Antony nell'epilogo, dove lei superato il senso di colpa per la sua morte con Albert e pronta a dare un taglio al suo passato e ad affrontare con il futuro con speranza consapevole che il destino le riserva sempre un incontro meraviglioso di una luce abbagliante: questo incontro è quello che ha cambiato radicalmente la sua vita alla collina di Pony con il Principe della Collina che diventerà appunto il suo amato.

L'autrice per narrare la storia di Candy usa la tecnica narrativa del fash back , si serve dell'io narrante di Candy  adulta per raccontare i suoi ricordi (la sceneggiatura manga).

La Candy adulta ha imparato ad affrontare la vita con il sorriso e con la speranza della luce abbagliante del destino non teme più gli addii perché è cresciuta e sa come affrontarli senza paura con la persona che ama. 

L'amato di Candy , mai nominato in maniera esplicita   si trova nell'epilogo del romanzo, tutto caratterizzato dal carteggio tra Candy e Albert. 

Non è un rebus questo romanzo. L'autrice non rivela il nome del suo lui, ma è palesemente mostrato al lettore proprio per la struttura circolare del romanzo e solo nell' epilogo sono svelati i misteri che riguardano Albert- Principe della Collina,tramite uno schema narrativo che si chiama agnizione si verifica in altro romanzo che è un classico della letteratura per ragazzi Papà Gambalunga, definito schoolgirl romance.

 Sono tutti romanzi, molto in voga tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, caratterizzati da una protagonista che è un'orfana che alla fine sposa il suo tutore legale di qualche anno più grande.

Conclusioni

Qualcuno potrebbe contestare e dirmi che si tratta solo di opere di finzione e non occorre essere così pignoli...

In realtà esiste una disciplina che si chiama narratologia che ci permette di capire e formulare  analisi del testo di un racconto in maniera oggettiva. 

Di cosa si tratta?

E' una disciplina della critica letteraria, sviluppatasi nel corso del Novecento, che si propone di studiare in modo scientifico la natura e il funzionamento del racconto nei suoi vari generi e nelle sue molteplici declinazioni (fiaba, novella, romanzo, poema, ma anche film, fumetto, fotoromanzo ecc.).

Qualsiasi saggio o anche una tesi di laurea in materie umanistiche è un lavoro scientifico , un lavoro di ricerca. Quindi scrivere castronerie su romanzo riguardo il genere letterario, la fabula, l'intreccio, protagonisti, personaggi secondari, topos o schemi narrativi letterari, come l'agnizione, lo spunning, la suspance, prologo, epilogo, ect... dando definizioni sbagliate facendo parallelismi di opere letterarie che creano confusione sono tutti errori che vanno denunciati.

Inoltre nel web c'è una grande confusione tra finzione e immaginazione. Tra ciò che è raccontato e ciò che non è raccontato da un autore o autrice.

Il non raccontato secondo la logica narrativa del lettore è una Fanfiction.

Chi immagina secondo la logica del narratore e quindi, la sua logica narrativa, può creare un adattamento teatrale o cinematografico.

Sono due cose diverse.

In Final Story non c'è alcun doppio anohito e doppio finale. Chi immagina Terry anohito fa solo Fanfiction.

Chi immagina Albert segue la storia e può realizzare del romanzo una sua sceneggiatura.





sabato 29 ottobre 2022

ANNA, CANDY E LA SPERANZA NEL DOMANI

 

Notare le analogie tra questi due romanzi. Il tema della speranza nel domani è centrale in entrambe le eroine, e sono il fulcro di tutto il messaggio morale di entrambe le autrici K.Nagita e L.M. Montgomery.

Da Anna dai capelli rossi:

“Ho intenzione di dare il massimo a questa vita e sono sicura che la vita ricambierà il favore. Quando sono tornata a casa dalla Queen’s Academy il mio futuro era come una strada dritta davanti a me, mi sembrava di vederla stendersi ai miei piedi per chilometri e chilometri. E invece c’era una svolta, non so dove mi porterà ma sono sicura che va verso qualcosa di buono...chissà dove andrà a finire la strada che imboccherò da qui, quali pianure verdeggianti incontrerò, quali luci e quali ombre, quali paesaggi, quante cose belle e quante altre svolte e colline e valli troverò di fronte a me”.


Da Candy Candy Final story:

“Il tempo che passa è crudele e al tempo stesso meraviglioso. Non so quale destino attende il nostro mondo ma sono convinta che i ricordi belli vivano nel nostro cuore e che siano loro a darci il coraggio per affrontare le avversità”.

“Chissà cosa mi porterà l’alba avvolta nella sua luce bianca? Non so perché, ma qualunque destino mi attenda, io sono ansiosa di affrontarlo”.

“Ho imparato a convivere con il destino, con le sue luci e le sue ombre. Il destino non è sempre oscuro; a volte è in grado di riservare una luce abbagliante. Proprio come dice Miss Pony, non sai mai cosa ti aspetta dietro l’angolo. Anche se devi sopportare un dolore così grande da straziarti il cuore, se lo affronti senza paura farai di certo, all’angolo successivo, un incontro meraviglioso e avvolgente”.

TERRY... I LOVED YOU

 

La questione della lettera mai spedita di Candy  


Non abbiamo ancora una traduzione ufficiale in lingua inglese di CCFS, speriamo che possa arrivare presto. Ci accontentiamo di una traduzione amatoriale fatta bene e ringraziamo un sito web
 candycandyfinalstory.com che l'ha resa pubblica online nel web e consultabile per tutti.

La lettera di cui vi parlo, è la lettera di Candy a Terence Graham mai spedita, assimilabile, quindi, ad una pagina di diario di Candy. Siamo alla fine della terza parte del romanzo, dei ricordi di Candy , racchiusi nel suo portagioie: l'autrice Nagita è molto sottile e dettagliata nello svelare i sentimenti di Candy verso Terence. 
Usa un dettaglio inedito in Final Story che è il diario, regalatole dallo zio William durante il suo percorso educativo e formativo alla Royal Saint Paul School. Qui l'autrice, dopo la separazione di Terence da Candy, attraverso il suo viaggio in America spinto dal desiderio di diventare un attore, fa gridare a Candy nel suo diario che lei non ha amato nessun altro come ama lui, appunto Terry...

Candy è turbata da questo addio,ma è consapevole che essendo vivi possono rincontrarsi...e come tutte le adolescenti scrive questa dichiarazione, che conosce solo lei.

Un altro modo per far conoscere al lettore l'evoluzione di questi sentimenti, cioè della relazione tra Candy e Terence, è far scrivere una lettera a Candy che mai spedirà e rappresenta quindi un dialogo con se stessa dove svela i suoi sentimenti e le sue emozioni.

Candy in questa lettera si congratula per il successo dell'Amleto,ma quello che colpisce di più è che lei parla di Albert a Terry. Lei ha da poco scoperto qualcosa di sensazionale che il suo benefattore, il suo tutore legale, lo zio William, altri non è che Albert. Tutta la lettera è un rimando a questa persona che l'ha salvata dalla disperazione dopo la sua rottura con Terry, ma anche racconta del diario, dell'imbarazzo che hanno lei e Albert di discuterne. Il diario, infatti racconta di Terence, di come si è innamarata di lui.
Perchè dovrebbe essere imbarazzata, visto che alcune fan (si fan non lettori perché questo romanzo  ormai è diventato una guerra tra fandom)sostengono che Albert è il suo padre adottivo? E perchè ,se Candy è innamorata di Terence, in questa lettera parla solo di Albert?

La risposta è alla fine della lettera. 

L'autrice Nagita fa scrivere a Candy l'evoluzione del suo rapporto con Terence, che è una storia finita, con la frase in Italiano: P.S. TERRY... IO ERO INNAMORATA DI TE, tanto contestata da una parte del fandom,  usata solo per una scelta stilistica nel tempo imperfetto perchè scrivere in italiano TI AMAI è stilisticamente poco usato. 

Si usa, invece, per questo verbo la forma all'imperfetto in lingua italiana. Nella traduzione amatoriale inglese è usato il simple past che indica appunto una azione completamente conclusa nel passato, dal momento che in lingua inglese tutti i tempi del passato del modo indicativo (imperfetto , trapassato prossimo , passato remoto e trapassato remoto)si traducono in questa forma verbale: P.S. TERRY.. I LOVED YOU. (Lo stesso accade nella traduzione in lingua francese è usato un passato remoto).


Candy ha chiuso completamente con Terence a prescindere dalla promessa con Susanna, in quanto l'autrice, in una lettera simile ad un diario (come del resto Candy  ha fatto con lo stesso diario), poteva ancora far dire a Candy che si struggeva d'amore per lui e che desiderava rivederlo e anche riversare tutto il suo rancore verso Susanna...


Non c'è nulla di tutto ciò.


Evidentemente quello che l'autrice vuole comunicare al lettore è che, per Candy, Terry è solo un amore giovanile, adolescenziale, legato ad una stagione di vita ed è completamente concluso per la stessa protagonista, che si definisce solo una fan per Terence, dice , appunto, di ricordarsi che lei sarà per lui la prima ad applaudire dei suoi successi.

Ogni frase dall'autrice è ben studiata, perchè desidera far trapelare i tre amori di Candy: uno per Anthony da cui Candy eredita un trauma, uno di passaggio, giovanile, passionale che le turba la mente e il cuore ,per Terence, e uno gentile, maturo, responsabile e totalizzante per Albert che si svelerà nell'epilogo. 



LE INFLUENZE LETTERARIE NELLA STORIA DI CANDY

 

"Il concetto era lo stesso... una ragazza che vive brillantemente senza abbattersi davanti alle avversità e che afferra la felicità...Comunque, le ragazze che vivono nei capolavori classici sono tutte diverse.

Anna dai Capelli rossi, un'esplosione di intelligenza. Una figura forte, salutare e positiva.

Judy di Papà Gambalunga, affabile, onesta e sempre grata.

Pollyanna, una luce di grazia gentile che rende tutti felici.

Rose de "Gli otto cugini", dove c'è lei c'è il calore.

Mary de "Il giardino segreto", forza risoluta. Un cuore che si apre positivamente al destino.

Principessa Sara, uno sguardo delicato e trasparente.

Il loro fascino non può essere pienamente spiegato con le parole. Ne ho elencate alcune, ma ce ne sono altre. Molte altre. "Heidi", "Orphan Marie", "Girl Rebecca", "Piccole donne". Ma volevo che la "ragazza" nata da me e da Mrs Igarashi avesse un fascino diverso da tutte le altre... e ragazzi simpatici che fossero gentili con lei".

Da: Nagita's Essay

venerdì 28 ottobre 2022

CANDY E JUDY, LETTERE A CONFRONTO

 

 In evidenza dei passaggi narrativi di entrambe le protagoniste dei romanzi citati  per verificarne le somiglianze stilistiche.

L'epilogo di Final Story è caratterizzato da un carteggio di epistole tra i due protagonisti Candy e Albert, il quale aspetta e rallenta la sua rivelazione a Candy ,agnizione appunto ,come Principe della Collina e lo fa perché attende che Candy maturi i suoi sentimenti dal momento che lui è già innamorato di lei. 

Albert per rivelarsi aspetta la primavera ,quando la Casa di Pony è in fiore, così da ricreare lo stesso scenario di quando Candy bambina lo ha incontrato la prima volta. 

Molto romantico tutto questo.

 È proprio una dichiarazione d'amore. Per certi aspetti somiglia tanto all'ultima lettera di amore di Judy. Anzi l'epilogo di Final Story la racchiude in scambio di lettere tra i due protagonisti Candy e Albert creando un vero e proprio dialogo d'amore tra i due.

Vediamone alcuni passaggi e le similitudini. Inoltre nel romanzo l'autrice Nagita mette in risalto la rivelazione di Albert come Principe della Collina,rispetto al manga dove dà più spazio alla rivelazione di Albert come zio William, poiché nel romanzo vuole dare più impatto al lettore per fare comprendere l'evoluzione amorosa tra Candy e Albert. 

Questa rivelazione è il colpo di scena e tiene col fiato sospeso il lettore fino alla fine chiarendo chi è "quella persona", "anohito" in giapponese, il suo" lui ", anche se non è nominato,in quanto la persona misteriosa per tutto il romanzo è solo Albert San.



Da Papà Gambalunga:

"Mio carissimo signorino Jervie-Papà Gambalunga- Pendleton-Smith,


hai dormito la scorsa notte? Io no, non ho chiuso occhio. Ero troppo elettrizzata, meravigliata, eccitata e felice. Credo che non dormirò per un po', ma spero che tu abbia dormito. Tu devi dormire, lo sai, così ti rimetterai prontamente e potrai venire da me....Com'è stata breve quella mezz'ora passata insieme, a volte mi sembra di aver sognato...E allora ho visto che eri tu...ma continuavo a non capire! Pensavo che Papà ti avesse fatto venire per farmi una sorpresa. Tu ti sei messo a ridere e hai allungato la mano dicendomi: "Cara piccola Judy, non immaginavi proprio che il tuo Papà Gambalunga fossi io?" In un attimo tutto mi è stato chiaro. Oh, quanto sono stata sciocca! Un'infinità di piccoli dettagli avrebbero dovuto mettermi sull'avviso, se solo avessi avuto un po' di spirito! Certo che non sarei proprio una brava detective, vero Papà-Jervie? Come devo chiamarti adesso? Chiamarti semplicemente Jervie mi sembra così poco rispettoso! E' stata una mezz'ora dolcissima quella che abbiamo passato insieme, la più dolce della mia vita prima che arrivasse il dottore e mi mandasse via... Mi piacerebbe tanto che tu fossi qui per risalire le colline insieme a me... non lascerò mai che tu sia infelice, nemmeno per un istante".

NOTA BENE

LA EDIZIONE 2019 EDIZIONI CARAVAGGIO A CURA DI ENRICO DE LUCA di PAPÀ GAMBALUNGA ha una traduzione che addirittura usa il voi per rivolgersi a Jervis molto simile alla traduzione dal giapponese dove Albert San viene tradotto in italiano signor Albert soprattutto nelle edizioni italiana e francese .Candy usa il lei per rivolgersi a lui. Ho letto recensioni in cui si dice che rivolgendosi Candy ad Albert con il lei non può essere innamorata.
Questa traduzione del 2019 di Papà Gambalunga smentisce tutto.

Mercoledì mattina
"Mio carissimo signorino-Jervie-Papá Gambalunga-Pendleton-Smith
avete riposato la scorsa notte? Io no nemmeno un singolo istante. Ero troppo stupefatta ed eccitata e meravigliata e felice. Non credo che dormirò mai di nuovo o mangerò...(..)Vi prego di riprendervi... velocemente... velocemente... velocemente.Voglio avervi vicino dove posso toccarvi ed essere sicura che siete tangibile!Che misera mezz'ora abbiamo trascorso insieme!Temo di averla sognata forse."


 

Da Candy Candy Final Story:

"E poi...mi sembra ancora di vivere in un sogno. Come avrei mai


potuto immaginare che il Principe della collina fosse...il signor Albert! Tremo ancora per la sorpresa e l'emozione!...Non ho mai dimenticato il Principe della collina. Non credo proprio che stanotte riuscirò a prendere sonno".

"Cara Candy, tu hai capito subito. Mi è bastato guardare il tuo viso rigato dalle lacrime per capire che tutto ti era chiaro. La mia intenzione era quella di spiegarti tutto con calma ma siamo stati interrotti da un disturbatore. Georges finisce sempre per intervenire nei momenti più importanti".

"Arrivati sulla collina siamo rimasti un po' in silenzio, poi prendendo coraggio lui si è voltato verso di me e con un sorriso imbarazzato ha detto: "Candy...non pensi sia arrivato il momento di restituirmi la spilla?" Il tempo è tornato indietro in un attimo e mi sono rivista bambina mentre piangevo. Davanti a me c'era il Principe della Collina... Non ho potuto fare a meno di scoppiare a piangere e tra le lacrime ho detto: "Io... sono più carina quando sorrido, vero?" Con gli occhi lucidi tu mi hai risposto: "Ora, sei carina anche quando piangi, piccolina"....Non riuscivo a credere che, sotto quel cielo azzurro, avessi accanto il mio Principe della Collina....Ero rapita da una tale visione".

"Non dimenticherò mai di quando mi ha chiesto di condividere tutto, le cose belle e le cose brutte. Volevo che lei guarisse presto ma da un lato la nostra vita da fratello e sorella non mi sembrava tanto male... Bè ora sono la sua figlia adottiva! Forse dovrei iniziare a chiamarla "padre"?" (TONO SCHERZOSO, ricordiamo che Candy non ha mai chiamato Albert 'padre' nemmeno quando pensava che fosse un vecchio anziano prozio).

"Hai fatto tutto questo per un uomo che ti è stato d'aiuto solo una volta nella vita...anche in futuro voglio fare in modo che tu riesca a trovare la felicità".

"Io sono davvero grata ai miei genitori per avermi abbandonata alla Casa di Pony. Grazie a loro sono riuscita a incontrare lei! Sono io a non aver parole per esprimere la mia riconoscenza! Sì, signor Albert, ho raggiunto la mia felicità! Oh...non credo proprio che riuscirò a chiudere occhio stanotte, ma spero che il Piccolo Bert possa fare degli splendidi sogni!"

 

lunedì 24 ottobre 2022

Che cos'è l'agnizione?

 


L'
agnizione (dal latino agnitio = riconoscimento) è un topos delle opere narrative o drammatiche. Consiste nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un personaggio, che determina una svolta decisiva nella vicenda.

Anagnorisis (greco antico: ἀναγνώρισις) originariamente significava "riconoscimento" nel contesto greco antico, non solo in riferimento a una persona ma anche a ciò che quella persona rappresentava: l'agnizione era il momento in cui l'eroe aveva improvvisa consapevolezza della realtà.

È stata descritta da Aristotele nella sua Poetica come parte della discussione sulla peripéteia, ed è spesso associata al concetto di catarsi del filosofo.[1]


Fonte: Wikipedia


Nel romanzo di Candy Final Story sono due le agnizioni quella di Albert come zio William e quella come Principe della collina....quella a cui l'autrice dà più importanza ed è la svolta del della storia si trova nell'epilogo e svela l'amato di Candy, anohito appunto, quella persona che renderà Felice Candy per sempre.

  


Riporto alcuni passaggi narrativi dove Candy racconta in prima persona l'agnzione di Albert come zio William...


"Quando se n'è andato ho iniziato a cercarlo dappertutto, senza avere la minima idea di dove potesse essere diretto. Sono stati giorni in cui mi sentivo oppressa da un profondo senso di angoscia.
Con Albert ci eravamo ripromesso di condividere tutto, le cose belle e le cose brutte. Era stato proprio lui a propormelo.
Ero davvero preoccupatoa che potesse essergli successa una disgrazia.
Quante notte insonni pervase dall'ansia di non sapere dove fosse... Quando ci siamo ritrovati, molti dubbi si sono sciolti in un attimo..
Ricordo di averlo sgridato dicendo:Per la preoccupazione, mi è sembrato di invecchiare di colpo"
E lui, ridendo, ha risposto :Preferisco che tu sembri un po' più grande, piuttosto ti scambio per la mia sotellina" Al tempo stesso, però, lo diceva con grande serietà. Poi ha socchiuso gli occhi, come a prendermi in giro."
Candy Final Story pag. 430.

Il destino di luce abbagliante...
Il tema del ritrovarsi e della luce che schiarisce ogni dubbio ritorna in tutto il romanzo. Albert è l'uomo dai mille misteri... E Candy ad ogni rivelazione vede il disegno della sua sua vita sempre più chiaro.
Ad ogni ritrovarsi di Albert c'è stupore, meraviglia e un abbraccio avvolgente...
"È proprio vero che non si sa cosa accade dietro l'angolo," dice Candy...
Ma lei è abituata a convivere con il destino con le sue luci e le sue ombre...








Fanart di Rosdiana Oktavia Zaini Ispirate dalla lettura del romanzo Candy Final Story 


sabato 22 ottobre 2022

LA VITA E' UN RACCONTO

 

Keiko Nagita e Frances H. Burnett a confronto

Come avevo già accennato nei post precedenti, la storia di Candy nasce da notevoli ispirazioni di altri romanzi che fanno parte della cultura letteraria di Nagita. Il modello letterario di riferimento è soprattutto quello di Papà  Gambalunga ma troviamo tantissimi richiami dalla Piccola Principessa di Frances Hodgson Burnett, al Giardino segreto, agli Otto cugini di Alcott (che sto leggendo).

Voglio soffermarmi sulla storia del  La Piccola Principessa, soprattutto sulla nascita del romanzo e sulla capacità narrativa e di forte immaginazione che caratterizzano entrambe le autrici Nagita e Burnett.

Nagita sicuramente conosce la biografia della Burnett e come sin da piccola avesse una spiccata fantasia e amore per le bambole da cui nasce la sua abilità di trasformare la realtà con l’immaginazione.

Questa caratteristica Nagita la eredita e la fa sua sia dalla J.WEBSTER ma anche dalla F.H. BURNETT.

In Sara Crewe l’autrice racconta se stessa: la sua storia nella storia di Sara. Come Sara resta orfana, come il suo personaggio mostra uno spiccato amore per la lettura sin da piccola e la storytelling che per magia le permette di trasformare il mondo reale ,grazie anche al fascino delle bambole che ama molto e diventano il mezzo con il quale si immergere nel suo mondo fantastico.


Stesso percorso fa Nagita nella sua preadolescenza: resta orfana del padre precocemente e conosce a dieci anni la storia di Papà Gambalunga, di cui si innamora, tanto da identificarsi con la protagonista Judy e a farsi cucire i vestiti a quadrotti dell’orfanotrofio  John Greir.

Nagita non ha una bambola, ma crea una sorella immaginaria Nana che poi diventerà Candy e un fratello immaginario che poi diventerà Albert del clan Ardlay. Questo mondo immaginario la salverà e la guarirà dal dolore della perdita del padre prima e della madre dopo, e sarà la chiave del suo successo letterario con il manga di Candy.

Lo stesso farà Judy cercherà di non far conoscere alle sue compagne di stanza all'università le sue umili condizioni di orfana, il pregiudizio la segnerà molto, e l’immaginazione di una vita diversa la salva dallo sconforto.

Come potete notare esiste una fusione tra autori, personaggi e opere letterarie nella vita  di Keiko Nagita.

Vi mostro queste analogie pubblicando l'introduzione che fa la stessa autrice Burnett alla sua opera La piccola Principessa e alcune parti delle lettere a Judy che fanno parte della prefazione al romanzo Papà Gambalunga in lingua spagnola che Nagita ha regalato alla casa editrice ARECHI Manga.

 


TUTTA LA STORIA Di Frances Hodgson Burnett

Credo che molti non sappiano quanto si celi dietro una storia, quante parti non ne siano state raccontate, quanto di più sia accaduto rispetto a quello che leggono nel libro che tengono tra le mani e in cui si immergono. Le storie sono un po’ come le lettere. Dopo aver scritto una lettera, quante volte si pensa: “Ah, perché non ho detto questa cosa?”

Scrivendo un libro, si racconta ciò che si ricorda in quel momento, e se si dovesse narrare tutto quello che è davvero successo, non si arriverebbe mai alla fine. Fra le righe di una storia c’è sempre un’altra storia, che non è mai stata ascoltata e può essere indovinata da chi ha abbastanza intuito per farlo. La persona che scrive potrà anche non saperne mai niente, ma a volte lo sa, e vorrebbe poter ricominciare da capo.

Quando scrissi la storia di Sara Crewe, immaginavo che da Miss Minchin fosse avvenuto molto di più di quello che ero riuscita a scoprire. Naturalmente, ero consapevole che dovevano esserci stati capitoli densi di eventi, e quando trassi dal libro un’opera teatrale, che intitolai la Piccola Principessa, ne vennero fuori tre atti pieni di avvenimenti. Più di tutto, mi interessò venire a sapere che nel collegio c’erano ragazzine ch non avevo mai sentito nominare. C’era Lottie un tipino divertente; c’era una sguattera affamata, che adorava Sara;Ermengarda che era molto più piacevole di quanto fosse parsa sulle prime;nella soffitta accadevano fatti cui nel libro non si facevano cenno, e un certo Melchisedec era un carinissimo amico di Sara e avrebbe fatto parte del racconto, se solo fosse comparso per tempo. Lui, Becky e Lottie vivevano da Miss Minchin , e proprio non capisco come mai non si siano fatti vivi con me da subito. Erano reali quanto Sara, ma non si erano presi la briga di uscire dalle ombre della storia per dirmi :<<Eccomi, parla di me>>Eppure è endata così, ed è colpa loro, non mia.(…)

Quando il musical de “La Piccola Principessa” andò in scena a New York, attirando tanti bambini, i miei editori mi chiesero d rscrivere la storia di Sara con tutti gli episodi e i personaggi che erano rimasti fuori, e io acconsentii. Una volta cominciato, mi resi conto che c’erano pagine e pagine di vicende che non avevano trovato posto neppure nel musical, perciò in questa versione ho inserito tutto quello che sono riuscita a scoprire.

                               ******

 Keiko Nagita apre il cuore ai suoi lettori e fan della loro eroina Candy e fa conoscere quanto la storia di Papà Gambalnga abbia influito per scrivere la storia di Candy e lo fa per la prima volta scrivendo la prefazione al romanzo Papà Gambalunga in edizione spagnola per Arechi Manga.

Vita, immaginazione e potere terapeutico della scrittura e della fantasia si intrecciano fortemente nella vita di Nagita come in quella della Burnett.

Sottolinea, come la Burnett, che una storia è come una lettera…e non sempre tutto viene raccontato ma sta al lettore nella sua immaginazine intuire le parti mancanti di un racconto seguendo a traccia data dallo scrittore.

Nagita avrebbe voluto conoscere di più della storia d’amore tra Jervis e Judy ma proprio la magia del racconto epistolare a rendere preziosa e immortale questa storia d’amore perché sarà il lettore ad immaginare cosa succederà dopo.

La stessa Nagita ricorre nella stesura di Candy a questa tecnica di scrittura (quella epistolare) e sceglie proprio di non nominare l’amato di Candy proprio per lasciare un alone di mistero e magia ma al contempo si svela per il potere dell’immaginazione del lettore.

Dirà nella sua postfazione:Rivelare con chiarezza l’identità di questo << Lui>> richiederebbe la stesura di una lunghissima storia, cosa che non si realizzerà mai. Questo DETTAGLIO resterà un segreto e vorrei che poteste gustarlo a pieno nel mondo della vostra fantasia. "

Per questo motivo nella stesura definitiva aggiunge, grazie alla narrazione epistolare, dettagli alla sua storia, quale la morte di Susanna e la lettera di Terence per dare la possibilità al lettore di intuire seguendo la logica narrativa con la propria fantasia, chi sceglie Candy alla fine del suo percorso : Terence o Albert.

La magia della corrispondenza epistolare tra Candy e Albert svela al lettore la scelta di Candy e permette di immaginare l’epilogo finale senza che l’autrice lo sveli chiraramente.

Ecco cosa racconta  keiko Nagita:


Dalla PREFAZIONE a Papà Gambalunga di KEIKO NAGITA nell’edizione spagnola

Carissima Judy,

Mi scusi se ho l’audacia di scriverle senza un preavviso. Forse non avrei dovuto prendermi la libertà di chiamarla Judy, ma le confesso che ai miei occhi lei è una cara amica che conosco dall’infanzia. Mi chiamo Keiko Nagita e mi rivolgo a lei dal lontano Giappone.

Posso a mala pena credere che mi abbiano chiesto di redigere la prefazione per l’edizione spagnola della sua opera Papà Gambalunga! È un miracolo! La notizia mi ha talmente commossa che ancora non ho recuperato la calma. Anche se lei non lo sa, l’ho conosciuta quando avevo dieci anni. Mi colpì così profondamente che per un periodo utilizzai il suo nome, Judy, per le etichette che cucivo in tutti i miei vestiti. Ricordo che chiesi anche che mi fosse confezionato un vestito di cotone a quadretti rossi: il romanzo non specificava il colore, però per me quello rappresentava l’uniforme dell’orfanotrofio John Grier. Non se la prenda, la prego, sono consapevole che a lei non è mai mai piaciuto quell’indumento e che non conserva dei bei ricordi di quel luogo.(…)

Al compimento dei ventuno anni mi ritrovai nella sua stessa situazione. Mio padre morì quando io avevo appena undici anni, mia madre lo segui dieci anni dopo e non avevo fratelli. Oh, le chiedo di perdonarmi. Non volevo paragonare la mia storia con la sua. Io avevo goduto sino ad allora dell’affetto di una madre e di un padre che erano rimasti al mio fianco. Ero oramai adulta quando rimasi sola al mondo, il ché fa una gran differenza con il fatto di essere una bambina orfana. Ciò nonostante oserei dire che ho sperimentato la sua stessa sensazione di solitudine e impotenza nel deserto della perdita. Fu allora quando compresi che anche io ero diventata come lei che quel pensiero mi illuminò come un raggio di luce che disegnò un sorriso sul mio viso. Lì stavano: l’immaginazione è l’umorismo, due compagni che da allora ho fatto in modo di tenere accanto a me. Ignoravo ciò che la vita mi avrebbe messo davanti, così come le meraviglie (e le persone meravigliose) che avrei incontrato nel mio cammino. La speranza per il mio futuro aveva iniziato a sbocciare nuovamente. Dopo tanto scrivere, e pensare che ora inizio a sentire la vergogna per le mie confessioni!, se me lo permette chiuderei qui questa lettera. Le chiedo il permesso di poterle scrivere ancora.

Colgo l’occasione per testimoniarle tutto il mio profondo rispetto (come era solito dirsi un tempo).

Un affettuoso saluto,

Keiko Nagita

Seconda lettera

Carissima Judy,

Il cielo si è annuvolato al calar della notte. Mi ha trovata leggendo Papà Gambalunga accompagnata dal ticchettio della pioggia quando ho sentito l’impetuoso desiderio di tornare a scriverle. Mia preziosissima amica, le sue lettere sono piene di calore e riecheggiano nelle mie orecchie come una deliziosa melodia. Sono convinta che anche il suo benefattore si sentiva trasportato dal dolce suono di ognuna delle sue missive. Anche se in principio le chiedeva solamente una lettera al mese, per tenersi informato sui suoi progressi e sulle sue attività quotidiane, quelle lettere sotto la sua penna si sono tramutate nel diario che ha raccolto tutte le sue esperienze. Nonostante le molte volte in cui lo ha supplicato, Papà Gambalunga non le ha mai scritto. Come può qualcuno resistere nel rispondere a parole così incantevoli? Ricordo che questa riflessione era solita provocarmi una profonda irritazione quando ero più giovane. Ho sempre creduto che le lettere fossero avvolte dalla loro stessa magia. Anche se non ha mai incontrato il suo destinatario, lo ha trasformato comunque in qualcuno di molto importante e vicino. Adoro scriverle e adoro riceverle, e ogni qualvolta trovo una busta con l’ indirizzo scritto a mano nella cassetta delle lettere, il mio cuore salta dalla gioia nel mio petto. Allo stesso suo modo, anche io le ho utilizzate per raccontare una storia. È così che scrissi il romanzo epistolare che servì come base per il manga di Candy Candy (con i disegni della signorina Yumiko Igarashi) e del quale sarei lieta di parlarle. Il romanzo descrive la vita di Candy, una bambina abbandonata in un orfanotrofio gestito dalle amorevoli Miss Pony e Suor Lane. Non può immaginare in che misura lei abbia influito in questa opera! Candy si sente grata verso i suoi genitori per averle trovato una casa così accogliente, sino a quando nonostante ancora molto giovane viene accolta da una ricca famiglia con lo scopo di farla diventare la dama di compagnia della signorina della casa. Pur vedendosi declassata al ruolo di domestica Candy non si dà per vinta. Attraverso varie avventure e disavventure, viene finalmente adottata da un importante signore che mai ha avuto occasione di incontrare. Immagino che la similitudine salti agli occhi. È certo che che il destino ha riservato a Candy un percorso più difficile, però ad un certo punto lei stessa prende la decisione di percorrerlo. Ho sempre pensato che avrebbe potuto mantenere una vita più tranquilla se si fosse limitata ad approfittare della situazione in cui il destino l’aveva messa; nonostante ciò, il suo orgoglio di orfana le impediva di accettarlo. Nonostante ringrazi di cuore l’aiuto che le era stato offerto, decide di farsi strada con i suoi mezzi. In questo è uguale a lei, che sempre si è mantenuta ferma nell’intento di non approfittarsi troppo delle buone intenzioni del suo benefattore. Lei gli ha scritto senza stancarsi per un periodo di cinque anni, tempo in cui ha conosciuto il signor Jervis e vi siete innamorati. Mi sarebbe piaciuto conoscere più dettagli in proposito; ma le sue lettere sono state sempre molto discrete in merito, quindi la mia immaginazione ha dovuto inventare questa relazione dalle poche informazioni che ci ha fornito. Lui era di quattordici anni maggiore di lei; tuttavia, in alcune occasioni lo descrive come se fosse un ragazzo della sua stessa età. Come ha confessato a Papà Gambalunga, amava il signor Jervis con tutto il cuore, ma ha comunque respinto la sua proposta di matrimonio. Mi permetta di ricordarle ciò che scrisse nelle sue lettere:

“Non mi pareva giusto che una persona senza un passato familiare come me entrasse, con il matrimonio, in una famiglia altolocata come la sua. Non gli ho mai detto dell’orfanotrofio e odio dovergli spiegare che non so chi sono. “

(…)

Non può immaginare quanto mi senta felice di averle scritto poiché mi ha dato l’opportunità di esprimere i miei ringraziamenti sia a lei che alla signorina Webster. Sono anche traboccante di gratitudine verso tutte quelle persone che hanno reso possibile questo momento. Se avessi le ali, volerei con loro fino in Spagna!

Le sono molto grata per essersi presa il disturbo di leggere le mie lettere, che sono così lunghe e nelle quali probabilmente mi sono presa troppa confidenza. Le confesso che oggi non riuscirò a dormire.

Mi congedo da lei in questa notte di pioggia, con tutto l’affetto e tutta la gratitudine che sono capace di contenere nel mio petto.

Keiko Nagita 

                               ******


 

Curiosità 👉


 
La bambola Priscilla è chiamata così nell'anime giapponese, ma nel romanzo si chiama Emily.


 Fonti: La Piccola Principessa di Frances H. Burbnett romanzo 

edizione italiana Einaudi

           Papà Piernas Largas di Jean Webster  romanzo 

edizione spagnola Arechi Manga

 

 

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